Capsulite adesiva

Che cos’è la capsulite adesiva?

È conosciuta più comunemente come “spalla congelata” ed è un’infiammazione della capsula articolare gleno-omerale. La malattia ha un decorso lungo, anche di 1-2 anni e passa attraverso 3 stadi. Nel primo prevale l’infiammazione, con dolore anche molto intenso e continuo, per alcune settimane. La seconda fase è quella adesiva e puo’ durare anche un anno: l’infiammazione ed il dolore si riducono, mentre avanza la cicatrizzazione. A causa di questo, la capsula ed i legamenti perdono la loro naturale elasticita’, si ispessiscono e si retraggono, ostacolando progressivamente i movimenti, fino ad abolirli del tutto. Da qui la definizione di “spalla congelata”. Lo stadio finale è quello del graduale riassorbimento delle aderenze capsulari, con recupero completo o quasi del movimento nell’arco di alcuni mesi. 


Cosa le provoca?

Le cause sono, al momento, sconosciute ma si pensa si tratti di una malattia autoimmune. Particolarmente colpite sono le giovani donne, fumatrici e sottoposte a condizioni di elevato stress psico-fisico. A volte si verifica dopo un trauma o un intervento chirurgico che hanno richiesto l’immobilizzazione dell’arto superiore, oppure in persone con una lesione della cuffia dei rotatori o di una sindrome da conflitto subacromiale. La frequenza è alta nei pazienti affetti da diabete, malattie cardiache o respiratorie, morbo di Parkinson o ipertiroidismo.  


Quali sono i sintomi?

Le fasi iniziali sono caratterizzate da un dolore molto intenso, spesso notturno e che impedisce al paziente di risposare adeguatamente. Questo provoca anche ansia ed irritabilità. Successivamente il dolore si riduce e compare la rigidità. I movimenti della vita quotidiana come vestirsi, lavarsi, pettinarsi diventano difficili se non impossibili. 


Diagnosi

L’ortopedico vi chiederà se ci sono malattie o abitudini di vita che possano aver favorito  l’insorgenza della caspulite. Poi vi visiterà per escludere la presenza delle altre patologie in grado di dare dolore e riduzione della mobilità della spalla. Una radiografia sarà indispensabile per escludere lesioni ossee e, nei casi dubbi, verrà richiesta anche una risonanza magnetica. 


Trattamento conservativo

Nelle fasi iniziali si utilizzano i farmaci antidolorifici e/o antiinfiammatori ad alte dosi e per periodi prolungati. Possono essere praticate delle infiltrazioni di cortisone a lento rilascio e prescritti cicli di trattamenti con onde d’urto. Alcuni pazienti hanno sollievo dagli impacchi di ghiaccio, per altri invece risultano dolorosi; si procederà quindi per tentativi. È molto importante l’aiuto di un fisioterapista esperto per mobilizzare delicatamente la spalla e contrastare la rigidità nelle fasi iniziali. Nelle fasi finali il trattamento diverrà più aggressivo, contribuendo ad accelerare il completo recupero dei movimenti e del tono muscolare. 


Trattamento chirurgico

In artroscopia l’ortopedico taglierà le aderenze che ostacolano i movimenti. Al termine, manipolerà delicatamente la spalla per verificare che l’articolazione sia libera. 


Cosa succede dopo l’operazione?

In genere, si può tornare a casa il giorno stesso dell’intervento chirurgico, indossando un tutore per il braccio. Gli esercizi di mobilizzazione iniziano il giorno dopo l’operazione e sono continuati per almeno 6 settimane, fino al completo recupero dei movimenti. Dopo inizieranno gli esercizi finalizzati al rinforzo della muscolatura.