Piede - metatarsalgia

Che cos’è la metatarsalgia?
Metatarsalgia è un termine generico per indicare un dolore nella parte anteriore della pianta del piede. Il termine deriva dalle ossa metatarsali che sono situate alla base delle dita. La loro estremità è arrotondata e prende il nome di “testa” e si articola con la prima falange del dito corrispondente. Il dolore della metatarsaglia è appunto localizzato, nella maggior parte dei casi, a livello della testa del 2°, 3° e 4° metatarsale. Il 1° ed il 5° sono interessati più raramente.

Il dolore origina da un’eccessiva pressione applicata sulla testa del metatarsale che, a sua volta, comprime i tessuti molli circostanti e ne provoca l’infiammazione. La cute reagisce ispessendosi e formando una callosità (ipercheratosi).

Qual è la causa?
Alcuni fattori congeniti o acquisiti possono favorire il problema: un osso metatarsale più lungo o più corto degli altri, un arco del piede molto alto o, al contrario, un piede piatto. Tra i fattori acquisiti, la deformità di un dito (ad es. un dito a martello), l’alluce valgo o l’alluce rigido, l’artrosi o le artriti.

Un altro fattore favorente è l’uso di scarpe con tacco molto alto, o con suole non imbottite adeguatamente che accentua il carico sulle ossa metatarsali. Lo stesso vale per il sovrappeso. Il problema inoltre, può essere acuito dall’invecchiamento che assottiglia il cuscinetto di grasso che c’è sotto la pianta del piede e che svolge una funzione di ammortizzatore. Per tutti questi ultimi motivi, è frequente che il problema interessi entrambi i piedi.

Quali sono i sintomi?
I pazienti descrivono il dolore in vari modi. Alcuni riferiscono la sensazione di avere dei sassi sotto il piede, altri parlano di un bruciore profondo. Con il peggiorare della situazione, può comparire anche gonfiore alla pianta del piede e dolore anche sul dorso dell’articolazione coinvolta. L’area dolente può pulsare, specie dopo aver camminato o essere stati fermi in piedi per lungo tempo. E’ frequente la comparsa di una callosità sulla pianta del piede, in corrispondenza della testa metatarsale coinvolta.

Diagnosi
L’ortopedico vi chiederà come e da quanto tempo è comparso il problema e quali sono le situazioni che accentuano il dolore, quindi esaminerà i piedi. Vi richiederà poi delle radiografie dei piedi in appoggio (eseguite stando in piedi) e, se avrà il sospetto di qualche altra patologia in grado di dare dolore all’avampiede (fratture da stress, tendinopatie, neuromi, etc.), aggiungerà anche la richiesta di una risonanza magnetica.

Trattamento – conservativo
L’ortopedico, come prima cosa verificherà che utilizziate delle scarpe adatte. Poi vi prescriverà dei plantari eseguiti su misura, per allargare la base d’appoggio ed alleviare la pressione sulle zone infiammate. Se siete in sovrappeso vi chiederà di dimagrire. A volte, potrà richiedere dei trattamenti fisioterapici. Se queste terapie non danno i risultati attesi, specie se in presenza di deformità del piede, è probabile che l’ortopedico suggerisca un trattamento chirurgico.

Trattamento – chirurgico
La situazione più frequente è quella di un osso metatarsale eccessivamente lungo. L’ortopedico quindi, attraverso una piccola incisione sul dorso del piede, inciderà il metatarso, asportandone qualche millimetro fino ad ottenere la lunghezza corretta. Poi fisserà l’osso con un chiodino riassorbibile. Nello stesso tempo, correggerà eventuali altri problemi (alluce valgo, dita a martello, etc.)

Recupero dopo l’intervento chirurgico
Normalmente sarete dimessi la mattina successiva all’operazione. Potrete iniziare a camminare subito, ma utilizzando un’apposita scarpa post-operatoria per 3 settimane. Dopo questo tempo, potrete tornare ad usare le scarpe normali. Ci saranno alcune visite di controllo per le medicazioni, dopo 7 e 14 giorni dall’intervento. Invece, i controlli radiografici saranno eseguiti ad 1 mese, a 3 mesi ed a 12 mesi dall’operazione.

Quando tornerò alla normalità?
La guida dell’auto può essere ostacolata dalla scarpa post-operatoria e, quindi, potrà riprendere dopo 3 settimane.